Il reparto di microbiologia vanta un’ampia offerta di prove accreditate applicabili ad alimenti, superfici, acque, che spaziano dai metodi “tradizionali” a quelli più innovativi, definiti “rapidi”, per i patogeni quali Listeria e Salmonella spp.
Il Decreto Legislativo 31/2001 e ss mm definisce i limiti di parametri microbiologici e chimici che devono essere rispettati affinché un’acqua, sia di pozzo che di rete, possa essere definita potabile.
Legionella è uno degli agenti eziologici di polmonite batterica. Le legionelle sono ampiamente diffuse in natura, dove si trovano principalmente associate alla presenza di acqua (superfici lacustri e fluviali, sorgenti termali, falde idriche ed ambienti umidi in genere).
Da queste sorgenti Legionella può colonizzare gli ambienti idrici artificiali (reti cittadine di distribuzione dell’acqua potabile, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane decorative, ecc.) che agiscono da amplificatori e disseminatori del microorganismo. All’interno degli impianti idrici, Legionella può trovarsi sia in forma libera nell’acqua che ancorata al biofilm, cioè ad una pellicola di microrganismi (batteri, alghe, protozoi, virus, ecc.) immersi in una matrice organica, in cui questo batterio trova sostentamento e riparo da concentrazioni di biocidi che altrimenti sarebbero in grado di uccidere o inibire le forme a vita libera.
Legionella penetra nell’ospite attraverso le mucose delle prime vie respiratorie, in seguito ad inalazione di aerosol contaminati o più raramente di particelle di polvere da essi derivate per essiccamento o aspirazione di acqua contaminata. In un ospite suscettibile (soggetto anziano e/o immunodepresso), i batteri raggiungono i polmoni dove vengono fagocitati dai macrofagi alveolari, che però non sono in grado di ucciderli o di inibirne la crescita causando principalmente due malattie:
La Malattia dei Legionari è una polmonite che si manifesta dopo un’incubazione di 2-10 giorni con disturbi simili all’influenza come malessere, mialgia e cefalea cui seguono febbre alta, tosse non produttiva, respiro affannoso e sintomi comuni ad altre forme di polmonite. Possono essere presenti complicanze come ascesso polmonare ed insufficienza respiratoria ed inoltre possono comparire sintomi extrapolmonari.
La Febbre di Pontiac è una forma simil-influenzale che si presenta come una malattia autolimitante che però non interessa il polmone: dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore compaiono febbre, malessere generale, mialgia, cefalea ed a volte tosse e gola arrossata.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha predisposto delle linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, approvate in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015 e poi pubblicate sul sito del Ministero della Salute. Quest’ultime sono da considerarsi un insieme di suggerimenti tecnico-pratici per ridurre al minimo il rischio legionellosi in ambito ospedaliero, comunitario e nosocomiale, in edifici pubblici e privati (es: studio dentistico).
I punti che maggiormente sono ricettacolo di Legionella e di conseguenza oggetto di campionamento sono: lavandini, docce, doccini lavatesta, aerosol, riuniti odontoiatrici, impianti di condizionamento, unità di trattamento aria, torri evaporative.
Il laboratorio RELAB vanta una vastissima esperienza in merito alle ricerche di Legionella, disponibili sia con metodo microbiologico che molecolare.
Le analisi, sia microbiologiche sia chimiche, sono volte alla valutazione della sicurezza dei cosmetici. L’obiettivo è fornire al cliente il supporto e le informazioni necessarie al fine di valutare la scelta delle materie prime e il processo di produzione. I prodotti cosmetici possono essere anche testati tramite test di stabilità e challenge test.
Il Challenge test permette di valutare l’efficacia del sistema conservante di un prodotto cosmetico durante la produzione e lo stoccaggio, ma soprattutto durante l’intero periodo di interesse da parte dell’utilizzatore finale. Il test consiste in una contaminazione artificiale del prodotto mediante l’inoculo di microorganismi nello stesso, a cui fanno seguito analisi che permettono di valutare la diminuzione della contaminazione e definire quindi la proprietà del conservante.
Il test di stabilità testa la conservabilità del cosmetico, nelle condizioni di utilizzo del consumatore finale, definendo anche la durata massima di questo periodo cioè il tempo entro il quale, a partire dalla data di produzione e/o confezionamento, il prodotto mantiene le sue caratteristiche chimico-fisiche.
Le prove microbiologiche che eseguiamo sui cosmetici sono le seguenti:
Le analisi microbiologiche rappresentano uno strumento fondamentale per valutare il livello di sicurezza e igiene degli alimenti. Lungo tutta la filiera, dalle materie prime al prodotto finito, di qualsiasi filiera si tratti, le analisi permettono di valutare l’idoneità del prodotto al consumo, alla esportazione in determinati Paesi, la rispondenza a requisiti cogenti, ai disciplinari produttivi o alle specifiche dei capitolati di clienti come la GDO.
Abbiamo un vasto elenco di prove accreditate, applicabili a tutte le matrici del settore alimentare.
Inoltre, eseguiamo test di shelf life, offrendo al cliente la possibilità di mantenere i proprio campioni a temperature personalizzate, potendo testare i prodotti anche in condizioni di abuso.
La qualità e la salubrità di un alimento possono essere compromesse da fattori di natura biologica e chimica, interessando materie prime e materiali di confezionamento ma anche dalle condizioni dell’ambiente di produzione o degli addetti ai lavori. Verificare le sanificazioni con parametri microbiologici, ricercare tracce di allergeni su linee ove ce ne sia il sospetto, è essenziale allo scopo di ottenere un prodotto finito salubre.
I campionamenti possono essere eseguiti con ausilio di tamponi, sponge, piastre a sedimentazione e piastre a contatto in base a condizioni, luogo e ricerche che si desidera svolgere.
Scarica la nostra istruzione di campionamento per le modalità di svolgimento.
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